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Un buon caffè

FINCHE’ IL CAFFE’ E’ CALDO

La mia è nostalgia, non malinconia, perché suscitata da ricordi felici (in verità non sempre)

Ripeto, non sono molto tecnologico, ma un giretto su internet, soprattutto in questi momenti di assoluto immobilismo psico-fisico, lo faccio volentieri. D’altronde piuttosto che vedere la Durso, Giletti, l’ennesimo Poirot e compagnia bella…
Allora mollo tutto, vado in cucina e nel tepore dello spolert mi preparo un caffè.
Nell’attesa, canonica telefonata domenicale a mia mamma che fra poco più di un mese compirà 93 anni ed ha ancora un cervello assolutamente pronto, vivace ed effervescente.
La conversazione dura, regolarmente, sistematicamente e da sempre, poche manciate di minuti, giusto il tempo dei convenevoli, e di solito finisce allorquando:
a) vengono accertate le buone condizioni di salute di mio figlio;
b) si inizia a disquisire sui nonni (i suoi e quindi siamo all’inizio di un paio di secoli fa…);
c) vengono tirati in ballo i tedeschi (in friulano genericamente mucs) che avevano il comando vicino la stalla del nonno (il mio, quindi suo padre);
d) esce il caffè (il mio) e mi piace berlo caldo, leggermente zuccherato e con un paio di biscotti (i petit della pavesi, quelli secchi che sanno di cartone pressato).
Accendo il tablet e mi imbatto così, navigando nel mare magnum del www, nella pagina del Gemona Basket.
Scorro i vari argomenti ed ho una sorpresa.
Gradita? Forse, ma anche no…
Una delle date sportive ben scolpite nella mia memoria: 13 maggio 1990.
Facile capire il perché.
La settimana prima, esattamente venerdì 4 maggio, era mancato mio papà. Per rispetto verso me stesso e verso la mia famiglia non mi allenai. In verità tentai di andare in palestra al giovedì successivo, ma dopo i primi esercizi dovetti smettere. Vomitai anche l’anima e stetti davvero male. Della partita non ho ricordi, se non che pagammo a carissimo prezzo l’assenza per servizio di Paolo Bacchin, allora militare nella Polizia di Stato.
Per me fu un colpo durissimo, anzi due.
Per fortuna l’anno dopo, esattamente il 4 maggio 1991, vincendo gara due ad Aiello, fummo promossi in serie D, allora campionato nazionale.

Comunque da lì nascerà il Bravimarket di Turchetti, Del Soldato e Zanghi che in tre anni perderà una manciata di partite in tutto.

E per di più con una serie di ragazzi tutti provenienti dalla cantera: Gigio, Ale, Renato, Fabrizio, Giulio e Marco, Tony, Ref…, io e coach Turchino compresi!
Immerso nei miei pensieri, un momento cupi e malinconici, l’attimo dopo esattamente l’opposto, avviluppati in una profonda risata (cazzo Guido ne ha messi 16 conditi con un paio di bombe), finisco il mio caffè.
E’ ancora caldo!

Salvatore Giacomini
25/11/2020 ore 12:06
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