DR2 GB vs Olympia Rivignano 22/02/2025

22 febbraio 2025

Gemona domina con il tiro da tre e una difesa solida

Gemona Basket - Olympia Rivignano 103-76


Gemona scende in campo con un’arma letale: il tiro da tre punti. 
Già nel primo quarto, la squadra ne mette a segno sette, colpendo ripetutamente la difesa avversaria. Compreso il  "buzzer beater"  da metà campo di Dittaro Riccardo. Tuttavia, la retroguardia gemonese si dimostra troppo permeabile, concedendo 24 punti e lasciando il match aperto.

Nel secondo quarto, la difesa si compatta e subisce solo 17 punti, dimostrando maggiore solidità. L’attacco continua a girare alla perfezione, con altri tre tiri da tre realizzati e un totale di 30 punti messi a referto. Durante l’intervallo lungo, la pausa serve per riprendere fiato e per capire cosa sia successo a capitan Vidoni, il cui volto è stato frantumato da un infortunio di gioco.

Al rientro in campo nel terzo quarto, Gemona dimostra immediatamente chi comanda: la difesa diventa ancora più efficace, concedendo solo 14 punti, mentre l’attacco continua a colpire con altre cinque triple. La squadra prende fiducia e coach decide di inserire il giovane Fachin, che entra in campo senza timore e dimostra subito le sue ottime intenzioni.

Nel quarto periodo c’è spazio anche per l'altro giovane, Marchetti, entrambi classe 2009. Un'opportunità preziosa per far crescere i ragazzi e chiudere la partita con un’ulteriore prova di forza. Alla fine 16 i canestri realizzati da tre punti.

Parziali dei quarti

Primo quarto: 31-24 per Gemona
Secondo quarto: 25-17 per Gemona
Terzo quarto: 27-14 per Gemona
Quarto quarto: 20-19 per Gemona

Tabellini individuali

Dittaro Federico, Dittaro Riccardo 3, D’Antoni 9, Cella 17, Visintin 8, Londero Stefano 18, Londero Andrea 23, Di Filippo 4, Pensabene, Fachin 7, Marchetti 4, Vidoni 10.

Dall’infermeria :

Le strane logiche della fisica hanno sempre preso in considerazione i gomiti dei giocatori e i loro volti. L’infortunio è parte del gioco, ma quando è voluto, assume contorni più amari. Un colpo che lascia il segno, tanto nel risultato quanto nella pelle. Alcuni punti di sutura alle labbra con seguente prognosi: da rivedere allo specialista nei prossimi giorni per capire la gravità di un dente incisivo decisamente incrinato e dei suoi denti vicini.


Il Gomito Traditore e il Volto Innocente: Una Storia di Tradimento e Trauma

C’erano una volta un gomito e un volto. Due entità distinte, appartenenti a due corpi indipendenti, senza alcun vincolo di parentela se non quello beffardo della fisica.

Il volto, tranquillo e spensierato, si trovava nella sua consueta posizione, intento a vivere la sua giornata senza sospettare minimamente che, a pochi centimetri di distanza, un gomito stava maturando il più vile dei piani. Ora, va detto che quel gomito non apparteneva al volto in questione. No, sarebbe stato troppo semplice. Quel gomito era un’entità a sé stante, legato a un corpo che, per motivi ancora da chiarire, aveva deciso di lasciarlo agire in totale autonomia.

E così, all’improvviso, senza che nessuno lo avesse chiamato in causa, il gomito partì in un attacco improvviso, mirato e letale. Un colpo secco, deciso, con la precisione di un sicario ben addestrato. Il bersaglio? La bocca.

Il volto, ignaro fino all’ultimo, non ebbe nemmeno il tempo di prepararsi alla catastrofe. Il colpo giunse con una violenza tale da provocare un’esplosione di dolore e, per non farsi mancare nulla, un’immediata apertura del labbro, che dovette essere ricucito con cura certosina. Ma non era finita qui: un povero incisivo superiore, fino a quel momento perfettamente allineato e rispettoso delle regole della dentatura, si ritrovò improvvisamente inclinato, come un palazzo con fondamenta instabili.

Il corpo che ospitava il gomito, invece, si dichiarò estraneo ai fatti. “Non è stata una mia scelta”, cercò di giustificarsi, con l’aria di chi non ha il controllo della propria anatomia. Il volto, tra sangue e confusione, non poté fare altro che incassare – letteralmente e metaforicamente – il colpo.

Alla fine, mentre il dentista già pregustava il suo prossimo intervento e il gomito tornava alla sua posizione con la soddisfazione di chi ha compiuto la sua missione, il volto capì una dura verità: non c’è peggior nemico di un arto incontrollato.

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